C’è anche l’italiana SIAE nel gruppo delle 15 società di “collecting” con cui la statunitense BMI, una delle due maggiori organizzazioni degli autori americane, ha appena firmato una serie di importanti accordi bilaterali che per la prima volta consentiranno ai siti Internet che ne diffondono in streaming il repertorio di ottenere una licenza d’uso che copre automaticamente tutti i maggiori mercati mondiali al di fuori degli USA. I nuovi accordi, che si aggiungono a quelli stipulati da BMI con PRS (Gran Bretagna), GEMA (Germania), SACEM (Francia) e BUMA (Paesi Bassi) nell’autunno del 2000 (vedi news) e che “coprono”, oltre all’Italia, anche i territori di Australia, Hong Kong, Singapore, Irlanda, Giappone, Spagna, Svezia, Svizzera, Grecia, Cile, Danimarca, Finlandia, Indonesia e Malaysia, consentiranno dunque ai website che diffondono in rete i repertori amministrati da BMI (e tra cui figurano EMusic, MP3.com, LicenseMusic e Yahoo Broadcast) di superare il problema della richiesta di licenze territorio per territorio, resa anacronistica dalle comunicazioni senza frontiere rese possibili dallo streaming on-line. Secondo il presidente e amministratore delegato di BMI, Frances W. Preston, si tratta di un “primo passo verso il raggiungimento di una sinergia globale nell’area delle licenze in ambito digitale e di un contributo importante allo sviluppo di un nuovo mercato per i nostri autori e compositori”.<br> Fondata nel 1940 in alternativa alla preesistente ASCAP, la BMI (Broadcast Music Inc.) amministra, secondo stime recenti, oltre metà della musica trasmessa dalle radio americane e rappresenta circa quattro milioni e mezzo di brani depositati ad opera di 250.000 autori.