E' confermato: nelle prossime settimane Deezer, servizio di streaming di nazionalità francese, aprirà la sua piattaforma in Italia (ma anche in molti altri Paesi, tra cui Germania, Spagna, Turchia, Messico, Brasile, Corea, Indonesia e persino Botswana), nell'ambito di una strategia di espansione internazionale già annunciata il mese scorso che per il momento esclude il costoso e ultracompetitivo mercato statunitense. "Appena ho comunicato alle major discografiche che non ero interessato a firmare contratti di licenza per gli Stati Uniti le negoziazioni sono diventate molto più semplici", ha rivelato all'agenzia Reuters l'amministratore delegato Axel Dauchez: la scelta di tenersi momentamente lontano da mercati leader come Usa e Giappone, ha aggiunto, gli ha consentito di siglare accordi globali che aprono a Deezer le porte in decine di altre nazioni. "Abbiamo progettato il nostro sito in modo da poter aprire istantaneamente in centinaia di Paesi diversi. L'industria musicale incassa l'80 per cento dei suoi profitti in sette mercati appena, e dunque ce ne sono molti altri che fino ad ora sono rimasti economicamente sottoutilizzati" sostiene Dauchez, che spera di finalizzare accordi su base territoriale con le principali società di telecomunicazione (come ha fatto in Francia con Orange/France Telecom, che oggi detiene l'11 per cento delle sue azioni). Tra i suoi concorrenti, Pandora è attualmente operativa soltanto negli Stati Uniti, mentre Spotify è presente in nove nazioni (l'ultima in ordine di tempo, da qualche giorno, è la Danimarca). Deezer, che in Francia conta attualmente circa 20 milioni di utenti registrati, ha aperto il mese scorso nel Regno Unito con un'offerta mista di tipo "freemium"; i suoi ricavi ammontano attualmente a circa 50 milioni di euro l'anno, e la società si aspetta di raggiungere il punto di pareggio nel corso del 2012.