Se davvero - come sostengono le indiscrezioni che circolano sulla stampa americana - Google inaugurerà un negozio di download musicale nelle prossime settimane, sarà probabilmente costretta a farlo senza avere a bordo tutte e quattro le major discografiche. Lo sostiene l'autorevole sito Billboard.biz, secondo il quale sulle trattative di licenza pesano due importanti questioni in sospeso: l'incapacità della Web company, fino a questo momento, di bloccare in modo efficace i link che il motore di ricerca fornisce automaticamente ai siti che diffondono musica piratata; e la sua volontà di consentire agli utenti un accesso gratuito ai contenuti archiviati sulla music cloud (a differenza di quanto fa Apple con iTunes Match), a sua volta considerata un incoraggiamento alla proliferazione in rete di materiali non autorizzati. Secondo i "rumours" che circolano negli ambienti Usa, le due major recalcitranti sarebbero Sony Music e Warner Music: la prima richiederebbe appunto strumenti di prevenzione più efficaci contro le violazioni dei copyright, la seconda insisterebbe per spuntare condizioni economiche più favorevoli. Quasi tutti i concorrenti di Google sul fronte del download (Amazon e la stessa Apple con iTunes), dello streaming (Spotify, MOG, Rdio ecc) e della vendita di prodotti fisici (YouTube, con l'appena annunciato Merch Store) hanno optato per una strategia diversa, rinviando il lancio fino al raggiungimento di accordi di licenza con Universal, Sony, EMI e Warner. La società di Mountain View sembra invece intenzionata a rispettare la tabella di marcia anche a costo di aprire bottega con un catalogo monco: pare inoltre certo che cercherà di integrare il nuovo negozio con le funzioni di interazione e condivisione concesse dal suo nuovo social network Google+ (permettendo lo sharing, almeno su base limitata, dopo l'acquisto dei brani).