Sorpresa: anche la candidata numero uno all'acquisto degli asset discografici della EMI, la Access Industries di Len Blavatnik, si è chiamata fuori da giochi. L'imprenditore russo-americano, secondo quanto anticipato dal Financial Times e confermato da Billboard.biz, non avrebbe trovato l'accordo economico con Citigroup, in quanto la sua offerta (che si dice essere compresa tra 1,5 e 1,6 miliardi di dollari) non sarebbe stata giudicata soddisfacente dalla banca americana: di conseguenza la prospettata fusione tra EMI e Warner (acquistata qualche mese fa da Blavatnik) non si dovrebbe verificare. A questo punto le opzioni a disposizione di Citigroup si restringono: a meno che il ritiro dell'offerta di Vivendi/Universal e della stessa Warner rientrino nell'ambito delle mosse tattiche, in gara resterebbero solo il magnate americano Ron Perelman, titolare del gruppo MacAndrews & Forbes e interessato a un acquisto in blocco della società (ma con un'offerta a sua volta inferiore alle richieste di Citigroup), oltre a a BMG Rights Management e Sony/ATV sul fronte delle edizioni, con due offerte vicine ai 1,8 miliardi di dollari che potrebbero sfociare più rapidamente in qualcosa di concreto. C'è tuttavia la possibilità che nell'infinita saga della vendita della EMI (e in particolare dei suoi interessi discografici) si apra un altro capitolo.