La campagna “Free Bieber” lanciata sul sito freebieber.org non piace a Justin Bieber e ai suoi legali. Utilizzato come caso di studio per controbattere la proposta di legge che renderebbe reato lo streaming intenzionale di materiale non autorizzato (si tratta del disegno di legge bi-partisan “Commercial Felony Streaming Act”), Bieber è stato rappresentato in immagini che lo ritraggono dietro le sbarre, simulando la condizione in cui si sarebbe trovato qualora la legge fosse stata realtà all’epoca della sua ascesa verso la fama (l'artista, infatti, divenne celebre soprattutto grazie alle sue cover circolate su YouTube). Il management dell’artista ha invece inviato una lettera “cease-and-desist” a Fight The Future, l’organizzazione che ha progettato l’intera piattaforma promozionale FreeBieber.org: si tratta di un’intimazione di interruzione immediata della campagna e di rimozione delle immagini in quanto non autorizzate dal loro soggetto. L’entourage di Justin Bieber ritiene un danno di immagine l’intera operazione, a prescindere dalle sue finalità. Ma, con il supporto della potente Electronic Frontier Foundation (EFF), FreeBieber contrattacca proclamandosi al riparo da qualsiasi ingiunzione, ritenendosi all’interno dello status di “fair use”: non ritiene di avere violato alcun trademark perché l’utilizzo delle immagini di Bieber come strumento di sensibilizzazione contro la proposta di legge sarebbe protetto dal Primo Emendamento.