Infuriano le polemiche su Spotify, in Inghilterra, dopo il susseguirsi di notizie di etichette e distributori indipendenti che decidono di ritirare il catalogo discografico dal servizio di streaming a causa dell'esiguità dei guadagni garantiti dal sito (l'ultimo in ordine di tempo è il distributore dance ST Holdings). A fare particolarmente rumore è stata la succinta dichiarazione che Jon Hopkins, produttore e musicista collaboratore di Brian Eno e Coldplay, ha postato su Twitter: "Mi hanno pagato 8 sterline per 90.000 'passaggi'. 'fanculo Spotify". Lo stesso Hopkins ha successivamente aggiunto di ricevere 50 sterline per ogni passaggio su Radio 1. Le sue rimostranze hanno aperto i rubinetti, e il settimanale specializzato Music Week ha reso pubblici i messaggi ricevuti sulla casella di posta elettronica della redazione. Alla posizione di Hopkins aderisce il presentatore radiofonico Stuart Miller, secondo cui "questa storia di Spotify è tutta uno scherzo. Io faccio dance, e se Radio 1 suona 6 minuti della mia musica ricevo circa 120 sterline dalla PRS" (equivalente britannico della SIAE). Dello stesso tenore le osservazioni del produttore discografico Dom Morley ("Spotify è inutile"), mentre per gli House of Mammoth, collettivo inglese di autori pop, "Spotify equivale ai mix tapes di questa generazione". Artisti di primissimo piano - Coldplay, Adele, Tom Waits - hanno deciso di non autorizzare la diffusione dei loro nuovi album sulla piattaforma, che vanta tuttavia anche numerosi difensori, soprattutto tra i discografici delle major. "Quanto sono stati pagati gli artisti dai pirati? Qualcosa di prossimo allo zero? Spotify sta riducendo l'ammontare di musica piratata", ha scritto a Music Week il product manager di Universal Steve Marsh, mentre il suo collega Jamie Vaide ha ammesso che "lo streaming non potrà mai rimpiazzare le vendite come fonte principale di ricavi. Il problema è che molti rubano, invece di comprare...E dunque credo che il vantaggio per gli artisti consista nel ricevere qualcosa da Spotify invece del nulla che ottengono dal download illegale". L'editore musicale Sentric ha invece voluto commentare le dichiarazioni di Miller: "Certo, incassa 120 sterline per sei minuti di programmazione su Radio 1. Ma questo avviene perché la ascoltano 8 milioni di persone; se ricevesse 8 milioni di stream su Spotify guadagnerebbe più di 120 sterline in royalty...Spotify è una buona cosa per gli artisti e per l'industria musicale".