Salutata come uno dei fenomeni musicali più interessanti (e imprevedibili) del decennio, la rinascita di interesse dei consumatori di musica nei confronti del vinile sembra già mostrare qualche segno di raffreddamento. A dispetto del successo commerciale riscosso dalle molte ed appetibili esclusive in forma di Lp, Ep e 45 giri che il 25 novembre scorso hanno celebrato, in occasione del "Black Friday", l'inizio della stagione dello shopping natalizio negli Stati Uniti, gli ultimi monitoraggi effettuati da Street Pulse sui negozi di dischi indipendenti americani indicano una crescita di appena il 2,98 per cento rispetto alle quantità vendute lo scorso anno (da notare che, secondo le rilevazioni di Nielsen SoundScan, le vendite di dischi in vinile negli Usa avvengono per il 71 per cento proprio attraverso i punti vendita indipendenti). Il dato, osserva il sito Digital Music News, è preoccupante perché fa seguito a cinque anni di boom in cui il vecchio supporto analogico negli Usa aveva più che quadruplicato le quantità vendute toccando i 4 milioni di pezzi, mentre ancora nel mese di luglio di quest'anno la crescita sull'anno precedente superava il 41 per cento. Uno dei problemi principali che frenano l'ulteriore crescita del supporto - accanto al prezzo non propriamente economico - riguarda sicuramente la relativa scarsità di titoli disponibili sul mercato, dal momento che ancora oggi parecchie novità discografiche non escono sotto forma di Lp, mentre anche le ristampe di back catalog non sono di facile reperibilità.