Un tribunale spagnolo ha assolto la società MP2P Technologies dall'accusa di violazione di copyright e di concorrenza sleale avanzata dalle quattro major discografiche Universal, Sony, Warner ed EMI e dall'associazione Promusicae. Secondo il giudice le attività dell'impresa, che sviluppa applicazioni per il file sharing, hanno carattere tecnico e neutrale, e non inducono necessariamente al "furto" di brani musicali e altri contenuti protetti dal diritto d'autore. "Siamo estremamente grati alla Corte non solo per avere deciso in nostro favore ma anche in favore della giustizia, dell'innovazione e dell'accesso equo alla distribuzione digitale" ha commentato il fondatore e amministratore delegato di MP2P Technologies Pablo Soto, cui l'industria discografica aveva richiesto un risarcimento danni di 13 milioni di euro. Con una legge antipirateria congelata dalle imminenti dimissioni dall'incarico del primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero, la Spagna continua ad essere considerata tra i mercati discografici più danneggiati dal p2p e dal download illegale. Secondo i dati diffusi dall'IFPI il fatturato spagnolo della musica registrata è crollato nel 2010 del 21 per cento, mentre nel settore digitale il valore pro capite dei consumi (78,2 centesimi di dollaro) è nettamente inferiore a quello di Regno Unito (5,58 dollari), Svezia (4,12), Francia (2,25) e Germania (2,17). L'IFPI attribuisce all'impatto della pirateria anche la cattiva performance degli artisti locali, nessuno dei quali l'anno scorso ha raggiunto la top 50 degli album più venduti (ci erano riusciti in 10 nel 2003).