Si intrecciano, negli ambienti internazionali, i commenti riguardanti l’acquisizione di MP3.com da parte di Vivendi Universal, annunciata con un comunicato ufficiale domenica scorsa, 20 maggio (vedi news). E molti osservatori sembrano concordare sulla “morale” della vicenda: case discografiche e Web company si sono accorte di non poter sopravvivere alla sfida, ricca di incognite, della musica on-line se non alleandosi e unendo le forze. Interpellato dall’agenzia Reuters, David Goldberg di Launch Media ha osservato che senza l’acquisizione di MP3.com Vivendi avrebbe potuto difficilmente tener fede ai programmi che prevedono il lancio di Duet (il sistema di distribuzione di musica in digitale creato in joint venture con Sony, vedi news) entro l’estate. La società di Michael Robertson rappresenterebbe dunque per l’alleanza Sony-Universal quello che la RealNetworks di Rob Glaser significa per il sistema di distribuzione alternativo MusicNet, sviluppato in collaborazione dalle altre tre major musicali. “Vivendi non aveva a disposizione la tecnologia per fornire un simile servizio”, sostiene Goldberg, “e sarebbe stato molto difficile svilupparla ex-novo in tempi così brevi. MP3.com, al contrario, ha a disposizione una piattaforma tecnologica straordinaria”: non tutti però sono convinti che il software di MP3.com verrà effettivamente implementato nel sistema Duet, visto che l’acquisizione è stata effettuata dalla sola Universal e non si conoscono le opinioni di Sony in merito all’eventualità che sia il suo partner nella joint venture a disporre del controllo totale della tecnologia.<br> A Vivendi Universal (e ai suoi partner attuali e futuri), MP3.com porta comunque in dote non solo una tecnologia affidabile ma una clientela fidelizzata che vanta oggi ben 40 milioni di utenti registrati: una risorsa preziosissima (e disponibile a un prezzo relativamente poco costoso) per una casa discografica che nel mondo della musica on-line si trova a dover ricercare consensi e consumatori praticamente da zero. Quali invece i vantaggi per MP3.com? “La garanzia di una crescita in tempi più rapidi”, è la risposta di Robertson, che nel nuovo assetto societario manterrà un ruolo di consulente di Vivendi Universal in materia di sistemi di distribuzione digitale (vedi news). “L’alternativa”, continua Robertson, “era tra il crescere o lo scomparire. Abbiamo già visto un sacco di società Internet uscire di scena perché sviluppare la tecnologia e procurarsi le licenze è un procedimento costoso: il solo modo di assicurarsi un ritorno dell’investimento è di aumentare le dimensioni del business”. Il fondatore di MP3.com rifiuta anche la teoria della “cospirazione” avanzata da altri osservatori, secondo cui l’obiettivo di Vivendi Universal consisterebbe semplicemente nello svalutare e svuotare di contenuto un potenziale nemico (non più tardi di sei mesi fa, del resto, le due società battagliavano aspramente in tribunale sulla questione dei copyright, vedi news). “La cosa mi sa troppo di X-Files”, ha replicato Robertson alla Reuters. “La visione globale di Vivendi prevede la distribuzione di musica e video attraverso molteplici sistemi e piattaforme, e questo è il motivo per cui ci hanno comprati”.