L’acquisizione di MP3.com da parte di Vivendi Universal (vedi news) non scompagina lo scenario della musica on-line e il futuro di aziende indipendenti come Vitaminic, oggi detentore del più ampio ed articolato sistema di distribuzione e promozione di musica digitale in Europa. Lo sostiene il chief executive officer della società torinese, Gianluca Dettori, commentando la notizia al telefono per Rockol: “Una notizia – premette subito – che non ci ha colti di sorpresa, e che rientra nella logica degli avvenimenti che l’hanno preceduta. Non a caso, Universal era stata l’unica major a non accettare un compromesso extragiudiziale con la società di Michael Robertson, e non a caso quest’ultima si trovava in una situazione finanziaria disastrata anche a causa delle spese sostenute in tribunale e del risarcimento danni che avrebbe dovuto pagare alla major”. L’assorbimento di una delle più celebri “indie” della musica on-line nell’establishment musicale, di poco successiva alla “regolamentazione” progressiva di Napster sotto il patrocinio del gruppo Bertelsmann, sembrerebbe preannunciare tempi duri per i distributori di musica on-line che desiderano proseguire la loro attività in assoluta autonomia, e di cui Vitaminic rappresenta ormai l’esempio forse più eclatante a livello mondiale. “Ma la nostra situazione è completamente diversa”, ribatte Dettori: “A differenza di Napster e di MP3.com, non abbiamo una pistola puntata alla tempia. Noi, a differenza di loro, abbiamo sempre operato nell’àmbito della legalità e della collaborazione con le major: questo significa che non abbiamo dovuto sostenere battaglie legali dissanguanti e che la nostra situazione finanziaria è sana, tale da farci ritenere che, come da programma, raggiungeremo il punto di pareggio nel 2002” (in base ai risultati del primo trimestre 2001, pubblicati nei giorni scorsi, Vitaminic disporrebbe di liquidità sufficiente, 24,14 milioni di euro, 46,7 miliardi di lire circa, per tener fede all’obiettivo). Ma non rischia, la società torinese, di diventare il vaso di coccio stretto in mezzo ai vasi di ferro delle major? “In futuro potranno accadere molte cose, e già oggi gli accordi di collaborazione tra noi e major come Sony, BMG e la stessa Universal hanno assunto molteplici forme”, risponde Dettori. “Quello che ci conforta e ci dà sicurezza per il futuro, piuttosto, è verificare che il nostro modello di business funziona e viene preso ad esempio. In fondo, Vivendi Universal sta seguendo il nostro stesso percorso: ha acquisito prima EMusic, un sito che distribuisce in rete il repertorio di diverse centinaia di etichette, e poi MP3.com, che gestisce un grande archivio di band e di musica indipendente, mentre si prepara a fornire servizi destinati sia al business che al mercato ‘consumer’ con la piattaforma Duet. E questi sono esattamente i nostri tre àmbiti di attività”.