La società americana non accetta il giudizio del collegio arbitrale che le ha imposto di cambiare nome ai suoi domini Internet, ritenendoli troppo simili al marchio registrato che identifica il servizio di messaggeria istantanea di America Online, AIM (vedi news), e annuncia di volersi appellare contro la decisione. “Quanto disposto dal collegio è frutto di un pregiudizio e tale da provocarci un danno irreparabile”, ha detto l’amministratore delegato di Aimster Johnny Deep, precisando che l’appello verrà presentato nei termini consentiti dalla legge (il 1° giugno) presso un tribunale della Virginia. Deep sostiene che il nome di Aimster non è nato con lo scopo di sfruttare indebitamente la popolarità del marchio di AOL, come sostenuto dal comitato di tre esperti che ha esaminato la questione, ma prende origine dal nome di battesimo di sua figlia Aimee, una foto della quale correda anche la home page del sito.<br> Da qualche settimana Aimster è in lite anche con l’associazione dei discografici USA (RIAA), che aveva intimato a Deep la cessazione immediata del servizio di “file sharing” non autorizzato di brani musicali, ritenendolo lesivo dei suoi copyright esclusivi. Deep ha contestato in giudizio anche questa tesi, replicando che ogni tentativo di monitorare l’attività della comunità di Aimster (oltre 4 milioni di persone) rappresenterebbe una violazione delle leggi sulla privacy, in quanto gli scambi di file consentiti dal software si limitano ai soli corrispondenti abituali memorizzati nelle mailing list di ciascun utente.