Risolta (almeno in parte) la “pratica” Napster, l’industria discografica americana sposta l’attenzione sul “clone” Aimster, il sito Internet che permette lo scambio di file tra utenti appoggiandosi al servizio di messaggeria di America Online. L’azienda di Johnny Deep è nell’occhio del ciclone: oltre ad essere impegnata in una battaglia legale che la oppone proprio ad AOL per la conservazione della sua ragione sociale (vedi news), è stata ora raggiunta da una citazione in giudizio promossa presso un tribunale newyorkese dall’associazione dei discografici RIAA per conto di numerose etichette indipendenti e delle major EMI, Sony Music, BMG e Universal. Manca all’appello AOL Time Warner, che ha preferito agire separatamente, e che dovrebbe presentare nelle prossime ore un ricorso autonomo per conto della casa discografica Warner Music, degli studios New Line e del canale TV via cavo HBO. <br> L’imputazione, infatti, riguarda in questo caso non solo lo scambio illecito di musica protetta da copyright, ma anche di file video e di software. Le aziende ricorrenti hanno chiesto al giudice un’ingiunzione che blocchi immediatamente la circolazione del materiale in questione nonché un risarcimento danni.