Il culto è legale, la pratica ancora no. In Svezia, Paese che diede i natali al Partito Pirata, è nato il Kopimismo, confessione - ufficialmente riconosciuta dal governo di Stoccolma - che raggruppa (o, per lo meno, pretenderebbe di farlo) gli adepti del file sharing. La chiesa, ufficialmente battezzata Missionary Church of Kopimism, ha i suoi comandamenti principali in "Ctrl+C" e "Ctrl+V", ovvero le operazioni da fare sulla tastiera di un qualsiasi personal computer per copiare ed incollare file, immagini o elementi di testo. Al momento il numero dei fedeli oscilla intorno alle 3000 unità ma Isak Gerson - studente di filosofia promotore della campagna presso le autorità per il riconoscimento del culto (che prende il suo nome dall'inglese "copy me", "copiami") confida che il clamore suscitato dalla decisione del governo possa allargare sensibilmente, e in pochissimo tempo, la base di accoliti. "C'è ancora un grosso problema legale circa la copia", ha dichiarato lui ai quotidiano The Local: "In Svezia il file sharing è ancora illegale, e moltissimi utenti del Web temono condanne penali nel condividere remix autoprodotti di brani o nello scaricare file dalla Rete: la speranza è che, in seguito a questa decisione, le cose possano cambiare". Il riconoscimento ufficiale dalla Church of Kopimism, nata in seno ai Young Pirates, sezione giovanile del controverso Partito Pirata, ha avuto un percorso travagliato: prima dell'istanza andata a buon fine, altri due tentativi di attestarsi come confessione presso il governo svedese sono andati a vuoto: "E' stata dura", ha ricordato Gerson: "Il dialogo con le istituzioni, tuttavia, alla fine ha pagato: l'ultimo richiesta, presentata facendo tesoro degli errori commessi in passato, è stata accettata". Il riconoscimento del culto, tuttavia, non avrà nessun impatto legale - almeno a breve termine - sulla legislazione del Paese scandinavo, che continua a considerare il file sharing come pratica contraria alle norme vigenti in materia di diritto d'autore e proprietà intellettuale.