Fucili puntati contro la Bulgaria, pericolo numero uno - in Europa - per l’industria discografica mondiale. Il paese dell’ex blocco sovietico continua a essere sotto stretta osservazione a causa della pirateria discografica diffusissima e (secondo i discografici occidentali) tollerata o addirittura incoraggiata dalle autorità locali, e questa volta rischia grosso. Una visita effettuata nei giorni scorsi da funzionari dell’organismo americano Us Trade è servita a verificare i risultati ottenuti dal governo nella lotta alla falsificazione dei prodotti musicali: nel caso questi non fossero giudicati sufficienti, gli Stati Uniti sembrano intenzionati a prendere pesanti sanzioni economiche di ritorsione.<br> Contemporaneamente, su pressione della federazione internazionale dell’industria discografica, anche l’Unione Europea dovrebbe intervenire ufficialmente sulla questione, presentando un reclamo nei confronti della Bulgaria a una prossima conferenza dell’organismo mondiale competente in materia di commercio internazionale, la World Trade Organisation.<br> Secondo l’Ifpi nel paese sono stati venduti non più di 50 mila Cd legali nel ‘96, a fronte di una capacità produttiva delle fabbriche locali che raggiunge i 45 milioni di pezzi. Gran parte di questa sovracapacità sarebbe destinata appunto alla stampa di produzioni illegali. Il ministro degli interni bulgaro Bogomil Bonev ha tuttavia reagito alle accuse internazionali dichiarando alla radio che "il criminale è chi ordina i Cd pirata, non il fabbricante": una dichiarazione che ha provocato polemiche e che, secondo molti osservatori esterni, è un ulteriore indizio degli stretti rapporti che legano politici, funzionari statali e organi di informazione locali ai pirati discografici, dato che proprio i Cd contraffatti, insieme al vino, rappresentano oggi la voce d’esportazione più importante per la fragile economia bulgara. I fabbricanti di Cd, intanto, stanno prendendo le loro contromisure rispetto al clima ostile che sta montando nei loro confronti: secondo fonti internazionali, due delle maggiori linee produttive del paese sono già state trasferite a Mosca: dove potrebbero continuare ad operare indisturbate, nel caso che in Bulgaria risultasse più rischioso continuare a produrre Cd pirata.