Il revival del vinile nel mercato della musica preregistrata (quasi 4 milioni di pezzi venduti nel 2011 negli Stati Uniti, + 36,3 per cento) si può ormai considerare un fenomeno consolidato, per quanto ristretto a una nicchia di appassionati. Quello della musicassetta, al contrario, non sembra avere alcuna sostanza numerica. Nonostante la comparsa, sulla scena "indie" internazionale, di un certo numero di nuove pubblicazioni e ristampe nel formato del nastro analogico (sia nella versione a lunga durata che come cassette single), le rilevazioni di mercato effettuate negli Usa da Nielsen SoundScan valutano prossime allo zero le quantità di cassette distribuite ai negozi nel corso del 2011. In pratica, e a dispetto del ritorno di interesse pilotato da gruppi indipendenti come Dinosaur Jr. e Goldfrapp, la cassetta (se si esclude l'usato) è praticamente scomparsa dai punti vendita, ribadendo un trend apparentemente irreversibile: secondo i dati raccolti dall'associazione dei discografici americani RIAA le vendite di nastri preregistrati raggiungevano ancora gli 80 milioni di pezzi nel 2000; nel 2001 erano già calate intorno ai 45 milioni, nel 2007 a 274 mila pezzi e nel 2009 a 34 mila unità; tra il 2002 e il 2003, le major discografiche hanno praticamente smesso di produrli. Al di là del mercato dell'usato, insomma, la musicassetta - introdotta sul mercato di massa in Europa dalla Philips a partire dal 1965, ma talmente desueta ormai da essere cancellata dai dizionari di lingua inglese - sembra piuttosto avere ripreso quota come strumento di marketing e oggetto vintage da collezione.