C’è un pezzo di storia della discografia italiana nella nuova Deltavideo Entertainment, azienda di esperienza ventennale nel settore dell’home video da poco lanciatasi nel mondo musicale con la creazione di una rete di distribuzione specializzata. A capo della società, dopo il riassetto proprietario perfezionato a fine 2000, figura infatti un manipolo di “vecchie volpi” assai conosciute nell’ambiente: dall’amministratore delegato Roberto Galanti, già discografico (con la DDD, ora proprietà di BMG) e scopritore di Eros Ramazzotti nonché giornalista musicale, al direttore generale Franco Paradiso, che aveva fatto perdere le sue tracce dopo che l’azienda da lui diretta, la milanese Carisch, era stata assorbita nel gruppo Warner; dal direttore commerciale Pierluigi Galimberti (manager della Fonit Cetra, prima che la stessa Warner la rilevasse nel 1998) al responsabile distribuiti e produzione Pasquale Izzo, altro uomo di grande e diversificata esperienza nel settore, sia in discografia (Ricordi) che nel campo della duplicazione CD (Optimes, Pozzoli e poi CD Company: quest’ultima detiene tuttora il 50 % della Deltavideo, con Galanti e il presidente AFI Franco Bixio, managing director della indipendente Cinevox, a spartirsi in parti uguali il resto delle quote). Dato il background dei personaggi in questione, non c’è da stupirsi della svolta impressa alle strategie aziendali della casa milanese, che conserva tuttavia la sua ragione sociale e continuerà a trattare anche il prodotto video: l’obiettivo, ambizioso in un momento di mercato stagnante come questo, è di allestire un centro di pura distribuzione al servizio delle piccole e medie etichette straniere e (soprattutto) italiane soffocate dalle politiche commerciali dei grandi numeri perseguite dalle multinazionali. “Siamo convinti che ci sia spazio, e che questa sia una fascia di mercato non adeguatamente sfruttata nel panorama attuale”, spiega Galanti, che sottolinea anche le differenze con altre realtà distributive indipendenti già esistenti in Italia: “Si tratta in genere di strutture miste, che alla distribuzione affiancano spesso la produzione discografica o un’attività di vendita all’ingrosso. Noi invece vogliamo essere dei distributori puri, che lavorano alla maniera tradizionale, gestendo una rete di agenti (dodici) su tutto il territorio e recuperando un rapporto diretto, di fiducia con il rivenditore”. Le prime acquisizioni, già circolanti sul mercato, riguardano i cataloghi tedeschi TIM e Mazur (classica, jazz, etnica, 5-600 numeri complessivamente), ma l’attenzione, confessa Galanti, è tutta puntata sul repertorio locale (e una prima azienda italiana, la 103 di Luigi Barion, ha già firmato un contratto di distribuzione con la nuova struttura): “I marchi stranieri servono a garantire quantità, oltre che qualità, al catalogo, ma non nascondiamo che il vero obiettivo è di offrire un’opportunità nuova e professionalmente qualificata alle tante etichette indipendenti serie e professionali che ancora operano sul mercato faticando a trovare sbocchi nei negozi”.