Figurano le major discografiche tra i maggiori creditori di Beyond Oblivion, la start up americana costretta a dichiarare fallimento prima ancora di avere fatto debuttare il servizio di musica digitale Boinc. I debiti complessivi emersi dai libri contabli consegnati ai curatori fallimentari ammonterebbero a diverse centinaia di milioni di dollari, e le somme più ingenti - 50 milioni di dollari a testa - sono proprio quelle che riguardano le case discografiche Sony Music e Warner Music. Il modello di business concepito dai gestori di Boinc prevedeva la fruizione gratuita da parte dei consumatori e una partecipazione di Beyond Oblivion agli utili derivanti dalla vendita dei riproduttori digitali, pc e smartphone, che avrebbero precaricato e incorporato il servizio. Ai detentori dei diritti, tra cui le case discografiche, sarebbe stata garantita una quota del 70 per cento su tali incassi, ma anche una royalty aggiuntiva nel caso in cui sulla piattaforma venisse identificata la presenza di contenuti illegali. La chiusura repentina in dicembre, ha spiegato l'amministratore delegato di Beyond Oblivion Adam Kidron, è stata motivata dalla difficoltà riscontrata nel "coordinare le diversità che esistono nell'ecosistema dell'industria musicale". In particolare, secondo Kidron, l'impresa sarebbe stata strangolata sul nascere dagli anticipi "sostanziosi" richiesti da etichette ed editori musicali per la cessione dei diritti di rispettiva competenza.