La Camera dei Deputati ha bocciato oggi, 1° febbraio, l’emendamento sulla legge comunitaria in materia di copyright proposto dal deputato della Lega Nord Giovanni Fava. E proprio il Carroccio è stato l’unico partito politico a votare compatto a favore del provvedimento, cozzando contro un'ampia maggioranza contraria che include Pdl, Pd, Fli, Udc, Api, Radicali e Idv, ognuno dei quali ha presentato un controemendamento soppressivo. L'intero articolo 18 del testo è stato cassato con 365 voti a favore, 57 contrari e 14 astensioni, oltre che con il parere favorevole del relatore Mario Pescante (Pdl) e del ministro degli Affari Europei Moavero Milanesi. Ciò nonostante, Fava ha già dichiarato di voler proseguire la sua battaglia. “Non mi fermo qui, vado avanti”, ha dichiarato dopo il voto. “Da qui a fine legislatura mi riprometto di trovare una soluzione. C’è un problema di contraffazione che vale alcuni miliardi di euro all’anno”. Di tutt'altro avviso Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, che - come riporta il Fatto Quotidiano - ha commentato l'esito della votazione sulla sua pagina Facebook con queste parole: “Alla Lega e a Fava dico: giù le mani dal web, la libera informazione non si tocca”. Sul modello dello Stop Online Piracy Act (SOPA) statunitense a sua volta frenato dalle proteste del Web, l'emendamento Fava prevedeva l'attribuzione ai titolari dei copyright la facoltà di intervenire direttamente presso gli internet service per far rimuovere da siti, blog e altre piattaforme contenuti giudicati illegali e lesivi dei loro diritti, bypassando il ricorso alla magistratura previsto dalle norme attualmente in vigore. Sull’emendamento Fava, osteggiato da un ampio schieramento di utenti Internet, si è verificata anche una spaccatura all’interno di Confindustria tra le imprese del comparto digitale (contrarie) e quelle del settore culturale (favorevoli), tra cui l’industria discografica.