Moby, Badly Drawn Boy, Tricky, Belle & Sebastian, Stereophonics: il gotha del rock indipendente approda legalmente su Napster, alzando significativamente la posta del servizio a pagamento che il sito di “file sharing” americano si prepara a lanciare in rete entro l’estate prossima. I due accordi di licenza non esclusivi raggiunti con le organizzazioni europee Association of Independent Music (AIM) e Independent Music Companies Association (IMPALA, vedi news), in rappresentanza di circa 150 etichette tra cui Beggars Group, Mute, Mushroom e Mo’Wax, aprono la porta allo sfruttamento on-line di centinaia di migliaia di brani musicali, che si aggiungeranno al repertorio già licenziato da etichette come Edel e TVT Records.<br> Un bel colpo per Shawn Fanning e i suoi, che lascia aperti tuttavia alcuni interrogativi. Per aggiudicarsi i due cataloghi, la Web company californiana avrebbe sborsato diversi milioni di dollari, ma non potrà comunque utilizzarli in toto fino a quando non avrà ottenuto regolari licenze dai terzi titolari di diritti di edizione musicale sui brani che ne fanno parte. Qualcuno, soprattutto negli ambienti delle major (che nei confronti di Napster hanno ancora il dente avvelenato, a dispetto dell'annuncio di collaborazione al progetto di distribuzione digitale MusicNet, vedi news) sminuisce la notizia bollandola come trovata promozionale destinata a smorzare gli echi della decisione di una Corte d’Appello USA che solo il giorno prima aveva respinto la richiesta di “sblocco” dei brani scambiati attraverso il sito (vedi news). Qualche executive, coperto da anonimato, ha commentato acidamente di nutrire forti dubbi circa l’effettivo potenziale commerciale dei cataloghi rappresentati da AIM e IMPALA, considerando che molte delle canzoni più richieste dagli utenti di Napster non ne fanno parte.<br> Le "indies" in questione, d'altronde, hanno tutto da guadagnare dall'accordo: per loro l’approdo su Napster, una volta che quest'ultima provvederà davvero a incassare denaro e a corrispondere royalty ad artisti ed etichette, rappresenta una possibilità cruciale di sbocco sul mercato digitale, in alternativa ai sistemi di distribuzione on-line controllati direttamente dalle grandi compagnie discografiche, MusicNet e PressPlay. <br> “Le major sono indaffarate a crearsi un proprio duopolio on-line”, ha osservato Martin Mills, vicepresidente di AIM e presidente del Beggars Group. “Non sappiamo fino a che punto saremo esclusi dai loro piani, e per noi aveva senso trovare un’alternativa”.