Soffiano più impetuose che mai, in Spagna, le polemiche sulle nuove norme antipirateria (contenute nella cosiddetta "legge Sinde", dal nome dell'ex Ministra della Cultura proponente, Ángeles González-Sinde Reig) che il Partito Popolare del premier conservatore Mariano Rajoy si accinge ad applicare a partire dal 1° marzo. Dopo un anno turbolento scandito da ricorsi in tribunale, boicottaggi informatici nei confronti dei promotori della revisione normativa e accesi dibattiti in seno all'opinione pubblica (il progetto di legge venne infatti approvato in Parlamento nel gennaio del 2011), un'associazione di utenti Internet si è appellata alla Corte Suprema con l'obiettivo di ottenere una pronuncia di incostituzionalità delle nuove disposizioni, ritenute lesive delle libertà fondamentali di espressione e informazione; l'autorità giudiziaria ha dato al governo dieci giorni di tempo per presentare le sue eccezioni. La Spagna, come noto, è il Paese europeo più colpito dalla pirateria: stando a una recente ricerca condotta da Nielsen, circa il 45 per cento degli utenti Internet del Paese ricorre regolarmente a siti che offrono musica e film senza l'autorizzazione dei legittimi titolari (la media a livello europeo è del 25 per cento). La legge Sinde cerca di far fronte al problema attribuendo a una speciale commissione di nomina governativa, anziché alla giustizia ordinaria, la facoltà di disporre la chiusura - dopo una sola diffida - dei siti ritenuti illegali, mentre l'intervento dei tribunali verrebbe riservato ai soli casi in cui è messa in discussione la libertà di espressione. La Coalizione dei creatori d'opera e delle industrie dei contenuti, presieduta da José Manuel Tourné, ha già stilato un elenco di oltre 100 siti considerati illegali, tra cui piattaforme molto popolari in Spagna quali Series Yonkis, Cinetube, Vagos e PorDescargaDirecta. Ma contro l'applicazione della legge è pronto a muoversi un imponente schieramento di avvocati, gruppi di pressione, associazioni di consumatori ed esperti del Web: la posta in gioco (tutela dei diritti d'autore contro libertà di espressione in rete) è molto alta e su quel che accadrà in territorio iberico, dopo quanto successo negli Stati Uniti in relazione ai progetti di legge SOPA e PIPA, e dopo le manifestazioni di protesta che sabato, in molte città europee, hanno preso di mira quanto disposto dal trattato commerciale ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), sono ovvviamente puntati gli occhi di tutto il mondo.