L'acquisizione di Motorola da parte di Google (che ha ovvie e importanti implicazioni anche sul fronte della strategia musicale del colosso di Mountain View e dei suoi sviluppi sul versante "mobile") è stata approvata dalle autorità antitrust di Stati Uniti e UE, Dipartimento di Giustizia e Commissione Europea. L'operazione, la più ambiziosa affrontata nei 13 anni di storia della società, è stata concordata nell'agosto del 2011 per un valore di 12,5 miliardi di dollari: ma prima di entrare nella fase operativa che consentirà a Google, per la prima volta, di entrare direttamente nel settore della produzione di telefoni cellulari, tablet, decoder TV e altri articoli di elettronica di consumo (la società sta già effettuando test su sistemi integrati di riproduzione audio/video domestici connessi a Internet), deve essere approvata anche da Israele, Taiwan e Cina. E' in quest'ultimo Paese, secondo gli osservatori, che si annidano le potenziali maggiori difficoltà, dal momento che Google si è ritirata dal mercato per protesta contro le misure di censura messe in atto dal governo e dalle autorità legislative. L'acquisizione di Motorola rappresenta per la società un investimento di grande rilevanza strategica che gli apre la porta a oltre 17 mila brevetti. A proposito dei quali, tuttavia, il Commissario Europeo per la Concorrenza Joaquin Almunia ha già dichiarato che la UE "terrà sotto stretta osservazione il comportamento di tutti gli attori del mercato". Gli organi antistrust di Stati Uniti e Unione Europea, nel frattempo, non si sono ancora espressi circa un eventuale abuso di posizione dominante di Google nel settore dei motori di ricerca.