La F.B.T. Productions di Mark e Jeff Bass (alias Bass Brothers), scopritori e collaboratori di Eminem, ritiene di essere in credito con Aftermath Records e Universal Music per decine di milioni di dollari. Lo rivela un documento redatto dall'esperto di auditing Gary Cohen che il team di Detroit spera di portare come prova in tribunale nel processo in corso dal 2010 e di cui l'Hollywood Reporter è riuscito ad entrare in possesso. Il nocciolo della vertenza, che ha fatto da apripista ad analoghe cause giudiziarie intentate (tra gli altri) da Chuck D, Rob Zombie, Peter Frampton, Kenny Rogers, Sister Sledge e gli eredi di Rick James, riguarda come noto il diverso modo di interpretare e calcolare le royalty sui download di musica digitale. Le case discografiche li equiparano ai cd, riconoscendo agli artisti una royalty tradizionalmente compresa tra il 10 e il 20 per cento. La controparte ritiene invece che vadano trattati come licenze ex novo, non previste dai vecchi contratti, e rivendica di conseguenza una quota di ricavi pari al 50 per cento (interpretazione, quest'ultima, avallata nel caso Eminem da una sentenza della 9th Circuit Court of Appeals). In base a questa teoria, tra il 1° luglio 2005 e il 31 dicembre 2009 la Aftermath Records (sussidiaria di Universal) avrebbe mancato di corrispondere a F.B.T. oltre 3 milioni e 810 mila dollari, maturati sui ricavi generati da iTunes e altre piattaforme. Ma non è tutto, perché il documento di Cohen, peraltro vigorosamente contestato dall'etichetta, elenca minuziosamente una lunga serie di altri presunti ammanchi o errori di calcolo: l'auditor fa le pulci ad Aftermath sulle deduzioni applicate alle vendite di dischi in vinile, dodicimila dollari, e sul calcolo dei pezzi venduti nelle basi militari americane, contesta il mancato versamento di una quota dei risarcimenti ottenuti in giudizio nelle cause contro KaZaA, Napster e YouTube, le deduzioni eccessive calcolate sulle royalty del produttore Dr. Dre e sul costo dei suoi biglietti aerei, la sovrastima degli investimenti pubblicitari effettuati per promuovere gli album di Eminem (361 mila dollari), l'accantonamento di oltre 2 milioni di dollari per spese legali e così via. Cifre pesanti, e riferite a un arco di tempo di soli quattro anni e mezzo che, se moltiplicate per un numero indefinito di altri artisti e confermate in tribunale, potrebbero avere conseguenze potenzialmente devastanti per le case discografiche. Per saperne di più bisognerà attendere il 4 aprile, data fissata per la nuova udienza del processo F.B.T/Aftermath in California.