Proseguono, nel Regno Unito, le polemiche e le prese di posizione sul tema del "secondary ticketing" (la rivendita attraverso siti specializzati di biglietti per concerti, eventi sportivi e spettacoli, solitamente a prezzi maggiorati) dopo che un'inchiesta del programma televisivo "Dispatches", andato in onda il 23 febbraio su Channel 4, ha messo in luce una volta di più i punti oscuri e gli aspetti meramente speculativi del fenomeno. A chiamarsi fuori è, tra le altre, la Association of Independent Festivals (AIF), che è intervenuta nel dibattito ricordando la sua iniziativa "etica" di rivendita di biglietti, Ticket Trust, lanciata nell'estate del 2011 in collaborazione con la piattaforma specializzata Sandbag: "Una risposta diretta a queste operazioni immorali", spiega la AIF con un comunicato," e "un vero strumento di scambio da fan a fan che mette a disposizione una piattaforma garantita e sicura per la rivendita di biglietti indesiderati al loro valore nominale": Ticket Trust, ricorda un portavoce dell'associazione, è già stato utilizzato in occasione di festival come End of the Road, Bestival, Camp Bestival, Kendal Calling, Creamfields e Secret Garden Party. "Dobbiamo stare attenti", ha osservato invece Dave Newton del box office online WeGotTickets, "a non confondere le vendite online con il secondary ticketing e a considerare alla stessa stregua chi vende legittimamente biglietti elettronici". "Noi incoraggiamo i consumatori a verificare dove acquistano i loro biglietti, se la società che li vende applica procedure poco chiare e se non esplicita le sue commissioni o la provenienza dei biglietti stessi", ha spiegato Newton, lanciando una diretta accusa a società come "Ticketmaster che, nella loro qualità di venditori primari, sono ben liete di 'ballare col diavolo' del secondary ticketing con il loro canale 'Get Me In' ". "Dispatches"; ha aggiunto, "ha sottolineato come certe parti dell'industria live - agenti, promoter e, in molti casi, gli stessi artisti - risultano essere complici di queste pratiche 'legalizzate' di bagarinaggio". Niente di nuovo, secondo Newton, che ricorda la vecchia pratica di "sottrarre biglietti al Box Office ufficiale e di metterli nelle mani dei bagarini da strada per incassare un margine supplementare sul valore nominale". Altrettanto polemico nei riguardi dei promoter Richard Marks, fondatore del sito di rivendite Scarlet Mist: "Quello che proprio non ci va giù", ha detto, "è la loro connivenza con scalper e bagarini. Questa è un'industria marcia, che invoca ad alta voce di essere regolata e rimessa in quadro. Invitiamo il Parlamento a sostenere il progetto di legge promosso da Sharon Hodgson e a fermare questo cinico raggiro".