A dieci giorni di distanza da Universal, anche Sony ha inoltrato alla Commissione Europea le carte relative alla proposta acquisizione della EMI, in questo caso avente per oggetto la divisione che si occupa di edizioni musicali. Questo secondo "merger", che pure viene contrastato apertamente dalle associazioni delle etichette indipendenti AIM, Merlin e Impala, attrae un'attenzione mediatica molto minore rispetto a quello che coinvolge Universal. Il motivo principale è che Sony Corporation of America, pur incaricandosi della amministrazione del catalogo, deterrebbe soltanto una quota del 38 per cento di EMI Music Publishing, mentre il resto verrebbe suddiviso tra gli altri partner che hanno partecipato all'operazione: Mubadala Development Company, GSO Capital Partners, Jynwel Capital, gli eredi di Michael Jackson e il magnate dell'entertainment David Geffen. L'incremento di quota di mercato di Sony, di conseguenza, desta minori preoccupazioni di quello che Universal conseguirebbe sul mercato discografico attraverso l'acquisizione della EMI: si parla, in questo caso, di una market share superiore al 40 per cento, e che in alcuni Paesi (in particolare in Francia) sfiorerebbe il 50 per cento.