Chiamata direttamente in causa dall'inchiesta che il programma televisivo "Dispatches" dell'emittente inglese Channel 4 ha dedicato la settimana scorsa al tema controverso del "secondary ticketing", Live Nation si difende coinvolgendo anche artisti e manager nella vicenda. Il servizio televisivo, intitolato "The great ticket scandal", citava proprio il leader mondiale nella produzione e organizzazione di spettacoli dal vivo (accanto a SJM, Metropolis, 3A Entertainment e altri) tra gli operatori che collaborano con i siti di rivendita nella messa in commercio di biglietti a prezzo maggiorato. La società americana, in particolare, avrebbe venduto attraverso la piattaforma Viagogo biglietti per concerti di artisti come Rihanna e Westlife, incassando una parte del surplus pagato dagli acquirenti rispetto al valore nominale del tagliando. "Live Nation non ha mai allocato biglietti al mercato secondario senza la partecipazione degli artisti o dei loro management", si è difeso attraverso le pagine del settimanale Music Week il chief operating officer della società Paul Latham. "E quando lo abbiamo fatto tale allocazione non ha mai rappresentato più del 3 per cento della quantità totale dei biglietti disponibili per la vendita". Latham ha invocato una nuova legislazione che consenta agli organizzatori di concerti di recuperare sistematicamente una parte delle somme generate dalla compravendita di biglietti su Internet; il leggendario promoter Harvey Goldsmith, intervistato dallo stesso Music Week, ha invece definito il secondary ticketing e il coinvolgimento in esso di numerosi operatori una "assoluta disgrazia".