Le norme che prevedono l'introduzione di un regime di libera concorrenza nella gestione dei diritti connessi degli artisti interpreti esecutori hanno fatto un altro passo avanti. Come noto, il "decreto liberalizzazioni" del Governo Monti che all'art. 39, commi 2 e 3, contiene le nuove disposizioni ha ottenuto ieri la fiducia al Senato con 237 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti; per la conversione in legge del testo è necessaria ora l'approvazione da parte della Camera dei Deputati, il cui voto è atteso entro il prossimo 24 marzo ma potrebbe arrivare anche con qualche giorno di anticipo. Da notare che dalle disposizioni in tema di diritti connessi in sede di Commissione Senato è stato stralciato il comma 4 dello stesso art. 39 del ddl, che faceva "salve le funzioni assegnate in materia alla Siae". La liberalizzazione dei diritti connessi al diritto d'autore sussiste già da tempo in Italia sul fronte della tutela dei produttori fonografici (con una molteplicità di organizzazioni di categoria abilitate all'esercizio, SCF, AFI, PMI e Audiocoop); non invece sul versante degli interpreti, dove l'IMAIE (oggi Nuovo IMAIE) ha esercitato fino ad oggi un monopolio di fatto, sia per quanto riguarda il settore audio che per il settore video.