La magistratura statunitense ha inoltrato alle autorità neozelandesi domanda di estradizione di Kim Dotcom, Finn Batato, Mathias Ortmann e Bram van der Kolk, i quattro dirigenti di MegaUpload accusati di racket, riciclaggio di denaro e violazione di copyright a danno di artisti, etichette discografiche e case cinematografiche. I quattro imputati, arrestati il 20 gennaio scorso e successivamente rilasciati su cauzione, restano per il momento agli arresti domiciliari nella città di Auckland: una prima udienza sulla richiesta di estradizione è stata fissata per il mese di agosto. Per il solo reato di racket, Dotcom e i suoi colleghi rischierebbero negli Usa fino a 20 anni di detenzione. "Questo sito non è stato creato per diventare un porto sicuro per pirati", ha sostenuto il fondatore del cyberlocker nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente neozelandese 3news. "Ovviamente tutti sanno che internet viene utilizzato per scopi legali e illegali, e io credo che qualunque service provider debba affrontare le nostre stesse sfide. YouTube, Google, chiunque altro si trova sulla nostra stessa barca". "Sono un bersaglio facile", si è difeso Dotcom, "e non sono Google: non ho 50 miliardi di dollari sul mio conto in banca, anzi in questo momento non ho neanche un penny". "Ma sono un combattente", ha aggiunto, "e ho fiducia nel fatto che alla fine risulterò vincitore perché so, e lo sa anche la mia famiglia e chi mi sta intorno, che non sono un criminale e non ho fatto niente di male".