L'ormai celebre inchiesta televisiva condotta dal programma britannico "Dispatches" di Channel 4 sul mondo del secondary ticketing (che puntava il dito su siti specializzati come Seatwave e Viagogo ma anche sui promoter "conniventi", capaci di instascare fino al 90 per cento della "cresta" applicata ai prezzi) ha spinto l'Office for Fair Trading britannico ad aprire un'istruttoria sul fenomeno per verificare se sussistano i margini per un intervento legislativo finalizzato a correggere il malfunzionamento del mercato. E' questa la tesi sostenuta da addetti ai lavori e da deputati come Sharon Hodgson, che ha scritto all'agenzia Antitrust e invitato il ministro per lo Sport Hugh Robertson ad ampliare il controllo rigoroso del mercato già disposto in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012. Robertson le ha risposto dicendosi disponibile a riesaminare una questione che, fino a poco tempo fa, era ritenuta dal governo di stretta competenza degli addetti ai lavori. La prova di una disfunzione del mercato, ha detto il ministro, cambierebbe certamente i termini del dibattito, così come lo farebbe un accertamento da parte delle forze di polizia o dei servizi di sicurezza da cui risulti che "grandi quantità di denaro vengono riciclate attraverso il mercato secondario e che la mancanza di una legislazione può favorire l'attività di organizzazioni criminali". Al momento, un bando assoluto alla vendita di biglietti al di fuori delle agenzie autorizzate è stato introdotto in occasione delle Olimpiadi ma non per gli eventi musicali: Robertson ha giustificato la discriminazione sostenendo che non si è trattato di una iniziativa governativa ma di una precisa richiesta pervenuta dal Comitato Olimpico Internazionale. L'atteggiamento del governo è stato criticato nei giorni scorsi da Melvin Benn, managing director di Festival Republic che organizza grandi eventi come il Latitude e i festival di Reading e Leeds: "Il ministro della Cultura Jeremy Hunt", ha detto Benn, "ha lasciato a noi la risoluzione del problema. La cosa mi spiace perché sono i cittadini e l'industria di questo Paese a risultarne danneggiati". Un comunicato emesso dal governo dopo l'esplosione delle polemiche sul secondary ticketing sosteneva che i consumatori hanno la possibilità di sottrarsi al pagamento dei prezzi eccessivi proposti dai siti di rivendita: a meno che, appunto, non venga accertato che la vendita su siti secondari provochi una grave e generalizzata disfunzione del mercato.