Plotoni di discografici, ricercatori ed esperti di mercato si sono mostrati compatti, fino ad oggi, nel predire un futuro luminoso alla musica on-line e ai nuovi servizi in abbonamento che le major discografiche si preparano a rendere prossimamente disponibili in rete attraverso piattaforme come Pressplay e MusicNet (vedi news). Fa notizia, dunque, la prima ricerca i cui risultati vanno esattamente nella direzione opposta. A produrla è l’ente di ricerca GartnerG2, che ha intervistato sull’argomento un campione di 4000 adulti americani con risultati sorprendenti: se quasi il 50 % utilizza il pc per ascoltare i propri compact disc, solo il 25 % lo usa per scaricare musica da Internet e non più del 6 % ha acquistato musica in forma di download digitali negli ultimi tre mesi. La conclusione dell’istituto americano è perentoria: i consumatori di musica non si sono fatti conquistare dalla possibilità di prelevare musica in rete a pagamento, ed è improbabile che cambino idea nel momento in cui le major discografiche metteranno a disposizione i loro servizi.<br> Secondo Pj McNealy, uno degli analisti di GartnerG2, “difficilmente la percentuale di acquirenti di musica su Internet aumenterà con l’offerta dei nuovi servizi sviluppati dalle cinque grandi compagnie discografiche, a meno che queste ultime rendano i loro sistemi di protezione dei copyright più flessibili in modo da invogliare i consumatori stessi”. L’istituto americano sottolinea anche la necessità delle major di accordarsi sull’uso di uno standard e di una piattaforma unica per la distribuzione di musica in formato digitale e la protezione dei file, prospettiva che i ricercatori di GartnerG2 ritengono improbabile prima del 2002.