Il nome, il volto, la fisionomia e (soprattutto) il basso di Antonio "Rigo" Righetti sono ben noti agli appassionati di rock italiano, che lo conoscono dai tempi dei Rocking Chairs e soprattutto per la lunga militanza nella backing band di Luciano Ligabue. Da allora ha collezionato innumerevoli session, concerti e collaborazioni artistiche (Edoardo Bennato, Mauro Pagani, ecc.), e oggi si ripresenta anche come discografico: lanciando un'etichetta, Rigo Records, che si collega idealmente - nel nome e nelle intenzioni - al negozio di dischi che il musicista gestiva a Modena alla fine degli anni '80. "L'idea", spiega Rigo nel suo "manifesto" di presentazione postato su Facebook e su Twitter, "è di offrire di più e meglio di quello che c'è già", di "scuotere dal basso" (in che altro modo, se no?) la scena underground inseguendo "il sogno di ridare indietro qualcosa che mi è stato donato durante il concerto dei Clash a Bologna, la prima volta che ho ascoltato Thunder Road, la prima volta che ho sentito Bob Dylan rappare la sua Like a Rolling Stone". Il modello di riferimento sono le più autentiche indies della scena inglese e americana, l'ambizione quella di mettere un'esperienza trentennale al servizio di giovani talenti. Lo affiancano nell'impresa Frida Fabbrini e Andrea Lepori, tecnico del suono e titolare degli ML Recording Studios; Righetti, che ha alle spalle anche quattro album solisti, si prepara intanto a dare alle stampe un nuovo EP mixato a Los Angeles.