Giornate campali per la vedova di Kurt Cobain, sempre più determinata a dare battaglia all’industria musicale: ventiquattr’ore dopo avere perorato la causa degli artisti vessati, a suo dire, da clausole capestro di fronte a una commissione senatoriale della California (vedi news), la Love si è rivolta alla Corte Suprema per chiedere la rescissione del contratto che la lega alla major Universal. La combattiva Courtney, che ha finora consegnato alla casa discografica solo due dei sette album previsti dall’accordo firmato nel 1992 con la Geffen (in seguito rilevata da Universal), si appella al fatto che quest’ultima etichetta non avrebbe avuto diritto di cedere il contratto ad una compagnia con cui l’artista, come ha dichiarato al giudice il suo legale Barry Cappello, “non voleva avere alcun rapporto d’affari”.<br> Di diverso avviso l’avvocato della casa discografica, Russel Frackman, secondo cui il contratto stipulato in origine con la Geffen può essere fatto valere dalla Universal; le richieste della Love sarebbero inoltre in contrasto con le disposizioni di legge che, in California, vincolano i musicisti ai loro obblighi contrattuali nei confronti delle case discografiche anche una volta trascorso il periodo di sette anni dalla firma dell’accordo (vedi news). Il giudice Fumiko Wasserman ha promesso una decisione sulla vertenza entro metà ottobre.