Saranno smartphone e tablet, nel prossimo futuro, a "salvare" l'industria discografica nazionale trainando i consumi e gli acquisti musicali in Italia? Lo sostiene una analisi condotta da FIMI sulla base dei dati forniti dal Politecnico di Milano, dall'osservatorio di Between, da comScore e da Nielsen. Secondo le indagini condotte da quest'ultima i possessori italiani di "tavolette" elettroniche risultano essere attualmente al secondo posto, dopo quelli americani, nell'acquisto di musica (20 %); in base a una recente ricerca di Ofcomm (l'autorità britannica per le comunicazioni), inoltre, gli italiani che ascoltano musica attraverso dispositivi mobili sono il 54 %, una percentuale decisamente maggiore a quella registrata nello stesso Regno Unito (45 %) e negli Stati Uniti (40 %). L'Italia figura al primo posto nel mondo nell'uso dei social network (80 % di utenti Internet attivi), mentre cresce nel nostro Paese il ricorso al mobile payment (500 milioni di euro spesi nel corso del 2011) e all'uso dei mobile media per fare web browsing e scaricare applicazioni e contenuti (43 %). A fine 2011 il parco smartphone installato in Italia era di oltre 21 milioni di apparecchi, mentre sono attive 95 milioni di schede SIM con oltre 48 milioni di utenti. "Il servizio di streaming musicale Deezer già oggi segnala che il 60 % di nuovi abbonati arriva da uno smartphone", osserva FIMI. "Considerando anche la crescita dello streaming musicale, che si prevede supererà il download nel 2014, e la velocità di 20 Mbps su banda mobile a disposizione degli utenti italiani nei prossimi anni, è molto evidente che le prospettive del mercato digitale italiano sono sicuramente interessanti". "Più i consumatori si spostano su tablet e smartphone", osserva l'associazione dei discografici, "più cresce la spesa legata alla musica rispetto al consumo 'free' che ha contraddistinto ad esempio il mondo della banda larga fissa".