E’ giallo sulla presunta lista di canzoni che i vertici di Clear Channel hanno deciso di bandire dall’etere nei giorni successivi al tragico attacco terroristico agli Stati Uniti (vedi news). Sulla home page (www.clearchannel.com) del network radiofonico è stato pubblicato un documento nel quale si nega in maniera più assoluta l’esistenza della “lista nera”. Un impiegato della società avrebbe comunque confidato ai cronisti di Undercover.com, in maniera ufficiosa, l’esistenza di una lista di canzoni che il network “preferisce” non vengano trasmesse. Per fare luce sull’intricata situazione è stato interpellato il vicepresidente di Clear Channel, Mark P. Mays, che ha dichiarato: “In momenti tragici come questo l’industria dello spettacolo deve dimostrare sensibilità, reagendo in vari modi: la nostra società, comunque, crede nella libertà di parola, e ha deciso di lasciare ai direttori delle singole emittenti il compito di compilare la programmazione”. A questa linea editoriale fa eco una polemica dichiarazione di Pam Taylor, altra portavoce di Clear Channel, che ha assicurato al quotidiano San Francisco Chronicle l’esistenza di “grosse pressioni” da parte dei vertici del network affinché certi brani non raggiungano l’etere. Ma la Taylor si è rifiutata di fare nomi: “Non è un ordine aziendale”, si è giustificata.