E’ stato presentato martedì scorso, 23 ottobre, il primo lettore MP3 portatile prodotto dalla casa di Cupertino, California: si chiama iPod, ha le dimensioni di un mazzo di carte e incorpora un piccolo schermo a cristalli liquidi. Il minuscolo apparecchio può contenere circa 1000 canzoni in formato MP3, è alimentato a batterie per 10 ore circa di ascolto e reca un prezzo suggerito al dettaglio di 399 dollari (860 mila lire). Disponibile in commercio dal prossimo 10 novembre, il player – su cui la Apple conta molto per sviluppare fatturato nella stagione natalizia – ha però il limite di poter copiare i file audio soltanto da computer Macintosh, e non consente la funzione inversa per motivi di protezione anti-pirateria dei brani musicali: questo significa anche che risulterà incompatibile con la maggior parte dei servizi di “file sharing” presenti in rete. Equipaggiato con un disco rigido da 5 gigabyte, l’iPod funziona in abbinamento con iTunes, il software musicale che consente agli utenti Mac di crearsi playlist di canzoni da ascoltare sul computer e di cui Apple ha contemporaneamente messo in commercio una versione aggiornata. Le specifiche fornite dall'azienda californiana garantiscono tempi di download di un paio di minuti per scaricare sul lettore oltre 200 canzoni; essendo un apparecchio multimediale, il “player” può anche riprodurre dati, immagini e video in movimento. L’incompatibilità del sistema con altri sistemi operativi e il prezzo elevato (sul mercato sono disponibili da tempo lettori MP3 di analoga o superiore capacità ma molto più economici) hanno già sollevato le critiche di numerosi osservatori, ma la società californiana confida che gli utenti Mac saranno disposti a pagare un prezzo più elevato per avere un apparecchio di design più sofisticato e che consente una piena integrazione funzionale con il sistema operativo di cui dispongono. L’amministratore delegato della Apple, Steve Jobs, ha aggiunto che è allo studio la possibilità di rendere compatibile il sistema con il formato Windows: “tuttavia”, ha aggiunto con una punta di acidità, “l’esperienza del consumatore non risulterà probabilmente altrettanto brillante”.