Nessuno dei grandi retailer internazionali di musica e entertainment (si pensi alle vicissitudini di HMV in Inghilterra) sta passando un gran momento. E secondo Mike Chadwick, un guru della distribuzione discografica in Inghilterra con una lunga esperienza nel commercio (Revolver, Vital Distribution) e nella discografia (come cofondatore della Heavenly Records, e ora come braccio destro di Martin Goldschmidt della Cooking Vinyl tramite la società di servizi Essential), le cose per loro sono destinate a peggiorare. "Credo che il commercio di supporti fisici finirà per essere sempre più appannaggio dei punti vendita specializzati di più alto livello, e che gli indipendenti migliori faranno molto bene anche in futuro", ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata a Music Week. "Non sono così sicuro", ha aggiunto, "che l'idea delle catene che presidiano il centro città sia un'idea valida nel 21 mo secolo, soprattutto perché affitti e imposte stanno salendo alle stelle. Noi trattiamo merci di basso valore unitario e diventa piuttosto difficile realizzare un profitto in quei tipi di negozi: così, forse, per le catene c'è un futuro non più nel 'salotto' cittadino ma in qualche via laterale". Chadwick è anche convinto che il digitale possa invertire le sorti dell'industria discografica: "Guardate certi Paesi scandinavi, dove il digitale rappresenta oggi il 50-60 %: in quei mercati c'è crescita, ed è la prima volta in tanti anni che se ne parla nell'ambito dell'industria musicale. Abbiamo toccato il fondo, qui in Inghilterra? Probabile. Può andare peggio? Non credo. Si può solo risalire, sono convinto che i ricavi digitali possano rimpiazzare ciò che abbiamo perduto sul fisico". E non è così preoccupato dalla fusione tra EMI e Universal, anzi: "Per noi è un'ottima notizia. In giro ci sono un sacco di artisti di medio livello che sono perfetti per noi. Se vendiamo 10.000 copie io sono contento, non dobbiamo venderne un milione per fare profitto".