X Factor e i talent show televisivi in genere hanno una scadenza, non un futuro a tempo indeterminato. Già un paio di mesi fa Simon Cowell, sempre sulla corda per il saliscendi dei dati di ascolto, aveva fatto capire che il giocattolo avrebbe potuto rompersi da un momento all'altro, e oggi lo ribadisce. "Saprò quando arriverà il momento, A, di non farmi più vedere e, B, di non produrre più questo genere di show, semplicemente perché la gente non avrà più interesse a vederli. Non arriverò al punto di autodistruzione", ha spiegato in un'intervista concessa al Today Show di BBC Radio 4. Due o tre anni fa, ha confessato Cowell, le sorti di X Factor erano già state messe in discussione: "Leona Lewis era l'unica ad avere avuto successo e mi stavo innervosendo. Cominciavo a pensare che se dopo tutta questa strombazzatura pubblicitaria, dopo tutte le promesse e l' hype non riuscivamo a trovare delle vere star ma solo gente che pubblicava un singolo per poi scomparire nel nulla, allora il tutto era una perdita di tempo. Per me e per tutti". Poi sono arrivati gli One Direction, e il bilancio del programma è cambiato. Anche se le sfide continuano: in America (dove è appena stato confermato l'ingaggio tra i giudici di Britney Spears e Demi Lovato) X Factor ha faticato, mentre nel Regno Unito Britain's Got Talent, l'altro format di Cowell, ha patito parecchio la concorrenza di The Voice, il programma prodotto da Jon De Mol e dalla major Universal Music che va in onda su BBC One. "Quando ha esordito abbiamo pensato che era ora di rimboccarsi le maniche perché era arrivato il momento di una bella scazzottata. Siccome ci stavano battendo, dovevamo migliorare il nostro programma. Ed è quel che abbiamo fatto. Ora sorrido perché siamo tornati a vincere, ma non ero così felice appena tre settimane fa".