La holding francese, che opera nel settore dei media e delle comunicazioni così come in quello dei servizi e delle “utilities” ambientali, è sempre più vicina a mettere le mani sulla compagnia di telecomunicazioni (fisse e mobili) Cegetel. Lo ha confermato in questi giorni l’amministratore delegato di Vivendi Universal, Jean-Marie Messier, spiegando che la società ha in mano un’opzione per portare la sua quota di proprietà ad un minimo del 50 %. Attualmente, Vivendi possiede il 44 % di Cegetel, che a sua volta controlla l’80 % di SFR, il secondo operatore di telefonia mobile in Francia. <br> Secondo gli analisti finanziari, i piani di Vivendi potrebbero ora scontrarsi con quelli di Vodafone, il gruppo britannico che detiene il 15 % di Cegetel e il 20 % di SFR. Ma l’obiettivo di Messier, secondo le stesse fonti, potrebbe essere di carattere economico-finanziario piuttosto che strategico, considerando il fatto che Cegetel è un’entità troppo piccola per competere sul mercato mondiale delle telecomunicazioni: il manager francese punterebbe ad acquisire la maggioranza della società telefonica per poi rivenderla a prezzo maggiorato proprio a Vodafone. <br> Vivendi Universal, intanto, è una delle poche corporation multinazionali del settore dell’intrattenimento a sfuggire alla congiuntura del mercato rispettando gli obiettivi prefissati nei budget: basandosi sui ricavi conseguiti nei primi nove mesi dell’anno, la società francese ha confermato i suoi obiettivi annuali che prevedono un tasso di crescita del 10 % nel fatturato e del 35 % nei profitti al netto di interessi, tasse, deprezzamenti e ammortamenti (i cosiddetti “ebidta”). Alla crisi non è sfuggita però la divisione musicale del gruppo, il cui fatturato è calato del 4 % in conseguenza delle difficoltà incontrate su alcuni dei mercati più importanti, a partire dalla Germania.