La Web company torinese sarà il maggior fornitore di "contenuti" e cataloghi musicali per il servizio in abbonamento che la società di Shawn Fanning si prepara a lanciare nei primi mesi dell'anno prossimo, dopo avere dovuto posticipare i suoi piani iniziali proprio per le difficoltà incontrate nel reperimento di repertorio (vedi news). <br> In base ad un accordo di durata pluriennale di cui è stato dato annuncio nella giornata di lunedì 5 novembre, Vitaminic fornirà a Napster parte del suo catalogo, regolarmente licenziato da artisti ed etichette musicali: si parla di 250 mila file di musica digitale disponibili per il servizio di “file sharing” che la società californiana renderà disponibile il prossimo anno in abbonamento. Per ogni download effettuato, Napster corrisponderà le relative royalty a Vitaminic, che provvederà a sua volta a girarle ai singoli artisti e alle agenzie di collecting che rappresentano i titolari dei brani musicali (come, in Italia, la SIAE). <br> Per l'azienda italiana, nonché per i musicisti e per le case discografiche che si appoggiano alla sua piattaforma promozionale e distributiva, il vantaggio sta evidentemente nella possibilità di usufruire di una vetrina prestigiosa e di una base assai ampia di utenti specializzati (per quanto falcidiata dalle cause legali che hanno ridimensionato drasticamente la portata e l'immagine di Napster), oltre che nell'opportunità di incrementare e diversificare le sue fonti di introito; per la società americana, affamata di contenuti dopo le difficoltà frapposte dalle major discografiche (vedi news), l'accordo rappresenta comunque un modo per garantire varietà ed assortimento al catalogo on-line che si appresta ad offrire ai suoi abbonati. <br> “L'accordo con Napster rientra nella strategia di offerta business di Vitaminic per la fornitura di contenuti e infrastruttura tecnologica ai più importanti portali, siti Web, operatori di telecomunicazioni e ISP”, conferma nel comunicato stampa che annuncia l'accordo Andrea Rosi, COO di Vitaminic Spa. Quest'ultima, che vanta sedi in dieci paesi (nove in Europa) ed un patrimonio che ai siti francesi www.francemp3.com e www.mp3france.com e alla Web community americana IUMA (Internet Underground Music Archive, vedi news) aggiungerà presto il 100 % di Peoplesound.com (vedi news), si conferma così la maggiore realtà indipendente europea sul fronte della musica on-line. E l'accordo con Napster può anche essere letto come un segnale della volontà delle “indies” del settore di non cedere le armi alle major: a loro favore sembra giocare il clima di preoccupazione istituzionale che circonda le iniziative on-line controllate direttamente dalle major discografiche come Pressplay e MusicNet, dopo che le maggiori autorità antitrust internazionali si sono espresse esplicitamente per il mantenimento del pluralismo e di una molteplicità di canali di distribuzione sul fronte della musica digitale.