Il padre dell'iMac G3, dell'iPod, dell'iPhone e dell'iPad, Jonathan Ive, è diventato "Sir" e cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico (Knight Commander of the Order of the British Empire) dopo una cerimonia che si è svolta ieri, 23 maggio, a Buckingham Palace alla presenza della Principessa Anna. Ive, che Steve Jobs riteneva il suo "partner spirituale" (secondo quanto racconta Walter Isaacson nella biografia postuma), è nato a Chingford, nella zona orientale di Londra, si è laureato al Politecnico di Newcastle (che oggi si chiama Northumbria University). Intrapresa la carriera di designer, fondò una sua agenzia, Tangerine, insieme a tre amici: uno dei clienti dell'azienda era la Apple, che nel 1992, impressionata dal suo talento, gli propose un impiego a tempo pieno e il trasferimento negli Stati Uniti. Dal 1996 dirige il reparto design della casa di Cupertino ed è considerato uno degli attori chiave del suo successo per la funzionalità e lo stile dei prodotti che ha concepito e disegnato. Quarantacinquenne, risiede oggi a San Francisco con la moglie e due figli gemelli di otto anni. Intervistato dal Daily Telegraph, ha spiegato di sentirsi "il prodotto di una scuola squisitamente britannica". "E' importante ricordare", ha aggiunto, "che la Gran Bretagna è stato il primo Paese industrializzato, e credo questo sia un argomento convincente per spiegare che è qui che la mia professione ha le sue fondamenta". Durante una breve conversazione tenuta a margine della cerimonia, ha raccontato Ive, la Principessa Anna gli ha confessato di possedere lei stessa un iPad. Il KBE è la seconda onorificenza per rango nell'Ordine dell'Impero Britannico. Nel marzo del 2005 era stata assegnata a Bill Gates che tuttavia, non essendo cittadino britannico, non può fregiarsi del titolo di "Sir". Jobs, al contrario, non è mai stato insignito di un titolo analogo: secondo il Telegraph ci andò vicino nel 2009, ma la proposta venne bloccata dall'allora Primo Ministro Gordon Brown, infastidito da un rifiuto del guru della Apple a tenere un discorso alla conferenza annuale del Partito Laburista.