Gli artisti (Black Keys per primi) si lamentano perché lo streaming della loro musica su Internet è troppo poco remunerativo, rispetto alla vendita di cd e di download? Niklas Zennstrom e Janus Friis, fondatori di Rdio (e prima ancora di KaZaA e di Skype), stanno pensando a come risolvere il problema: proponendo alla comunità musicale, secondo quanto rivelato in esclusiva da Billboard, un nuovo programma di incentivazione economica che a ogni gruppo o solista garantirebbe direttamente un compenso in denaro (10 dollari, secondo le prime indiscrezioni) per ogni nuovo abbonato portato al servizio. Prospettiva allettante soprattutto per le band meno famose e in cerca di sostegno economico, osserva un manager contattato da Billboard ("se sei un piccolo gruppo e porti 500 o 1000 persone, relativamente alle tue dimensioni puoi effettivamente incassare un sacco di soldi"), e funzionale all'obiettivo di Rdio di incrementare la sua base utenti, al momento - stando alle stime degli esperti - decisamente inferiore a quella di Spotify, di Muve e di servizi pionieristici come Rhapsody. Normalmente, le royalty versate dalle piattaforme di streaming fluiscono direttamente nelle casse delle etichette discografiche: le somme effettivamente incassate dagli artisti, nonché la regolarità e la tempestività dei pagamenti, dipendono poi da queste ultime e dalle condizioni contrattuali di volta in volta negoziate. Con il nuovo programma di Rdio, ha spiegato a Billboard una fonte anonima, "l'obiettivo è di arrivare a una somma corrispondente alla vendita di un album". Ma, come osserva giustamente il giornalista Glenn Peoples, per tramutarsi in un modello di business di successo la proposta dovrà essere accolta anche da artisti popolari, in grado di spostare su Rdio grosse fette di pubblico: tutto da vedere, e da dimostrare, se il progetto entrerà effettivamente nella fase operativa.