Un servizio pubblicato dal New York Times sostiene che il magnate di Seattle ha cercato di procurarsi musica gratuitamente o a prezzi stracciati per arricchire i contenuti della sua nuova meraviglia tecnologica, la console Xbox (vedi news), provocando un certo malcontento tra i musicisti e le etichette discografiche americane: tra queste figurerebbe la Revelation Records, “indie” americana che opera nell'area del punk, del metal e dell'hardcore e per cui incidono nomi come Garrison, Himsa e Will Haven.<br> Molte case discografiche, indipendenti e major, hanno tuttavia fatto buon viso a cattivo gioco di fronte alle richieste di Gates, convinte che la nuova piattaforma per videogiochi e navigazione Internet rappresenti un veicolo formidabile per raggiungere i giovani appassionati di musica. Il comportamento intransigente di Microsoft, intanto, è già stato stigmatizzato anche da alcuni autorevoli osservatori del mercato musicale: tra questi il sito Webnoize, che individua nell'atteggiamento di Gates e dei suoi uomini un pericoloso precedente per tutti coloro – pubblicitari, sviluppatori di lettori multimediali, produttori televisivi – che desiderino procurarsi “contenuti” musicali a buon mercato; gli analisti della celebre testata on-line sollevano anche perplessità sui vantaggi commerciali e di marketing che l'industria musicale potrà ricavare da un sistema come l'Xbox, che consente agli utenti di utilizzare i propri CD per confezionare colonne sonore personalizzate per i videogiochi.