Liquidazione e sconti ("fino al 75 %") sulle ultime scorte di magazzino: come conferma il sito italiano, Blockbuster dà definitivamente l'addio al nostro mercato dopo 18 anni, sconfitta dalla pirateria, dalla tv satellitare, dalla crisi economica e dalla disponibilità di film on-demand su piattaforme online come Netflix. Entrata in Italia nel 1994 grazie a una joint venture con la Standa allora controllata dal gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi (che inizialmente ne deteneva il 60 % delle quote, mentre il restante 40 % era nelle mani della casa madre texana), la celebre catena di videonoleggio, nata ai tempi del boom delle videocassette e poi convertitasi ai Dvd e ai Blu-ray (con uno spazio vendita riservato anche ai cd e ai video musicali), ha visto crollare il suo modello di business in tutto il mondo: Stati Uniti compresi, dove nel mese di aprile del 2011 aveva dovuto cedere alle lusinghe di Dish Network, gruppo imprenditoriale del Colorado attivo nel campo della tv satellitare e del video on-demand che se ne è aggiudicato la proprietà per 320,6 milioni di dollari. In Italia, dove i negozi contraddistinti dall'inconfondibile insegna gialla e blu erano arrivati a essere duecento per poi scomparire uno a uno, la società era già stata posta in liquidazione volontaria un anno fa, nel giugno del 2011: gli spazi commerciali precedentemente occupati da Blockbuster sono stati rilevati in grande maggioranza dalla catena di parafarmacie "Essere Benessere".