Quasi due miliardi e mezzo di CD masterizzati privatamente sarebbero oggi in circolazione nelle case dei consumatori di musica di tutto il mondo, secondo i calcoli effettuati dall’organizzazione mondiale dell’industria discografica, IFPI. La federazione di categoria calcola che circa metà dei CD-R venduti nel corso dell’ultimo anno (4,8 miliardi di supporti) siano stati utilizzati dal pubblico per duplicare musica: una cifra che equivale sostanzialmente al consumo “legale”, all’acquisto cioè di prodotti musicali nei negozi di dischi, a fronte di un rapporto tra CD originali e copiati che era di tre a uno due anni fa e di due a uno nel 2000. <br> “Sento di poter dire con certezza che mai come negli ultimi sei mesi i consumatori hanno ascoltato tanta musica”, ha commentato il presidente dell’IFPI Jay Berman. “Il problema – ha aggiunto con amarezza – è che noi non ne abbiamo beneficiato per niente”. <br> L’allarme copia privata è scoppiato nell’ultimo anno in tutta Europa e soprattutto in Germania, dove la diffusione degli impianti di masterizzazione e la moltiplicazione delle vendite di CD-R sono considerati i motivi principali della drastica riduzione del mercato discografico, crollato dell’11 % nei primi sei mesi dell’anno (vedi news). Secondo le risultanze di una recente ricerca di mercato, per ogni tre CD legali i consumatori tedeschi copiano oggi due CD-R. <br> Le major del disco si stanno intanto preparando a prendere contromisure contro l’espandersi del fenomeno (con qualche effetto collaterale spiacevole: vedi i problemi sperimentati da BMG con il nuovo CD, fornito di sistema anticopia, di Natalie Imbruglia, che non sembra funzionare su alcuni tipi di lettori CD e DVD, vedi news): per il momento però solo la Universal ha annunciato che tutti i CD di sua pubblicazione recheranno codici di protezione anti-copia a partire dall’estate prossima.