Bastonati (con poche eccezioni) nelle classifiche di vendita, i “decani” del rock si sono presi la loro consueta rivincita sul campo, dominando la stagione dei concerti all’aperto con tour mastodontici premiati dal pubblico di massa..<br> Soprattutto negli Stati Uniti, dove la classifica delle tournées più frequentate dell’anno raggruppa nelle prime posizioni i soliti noti, inframmezzati da rarissime “new entry” e da qualche artista country premiato dalla maggioranza silenziosa di provincia.<br> Quando si tratta di muoversi dalla poltrona di casa per andare a vedere un concerto, insomma, il pubblico - specialmente quello americano - diventa conservatore e preferisce andare sul sicuro. E così premia ancora una volta i Rolling Stones, il cui tour “Bridges to Babylon”, stando ai dati pubblicati recentemente dal periodico specializzato “Pollstar”, è stato visto da più di 1 milione e 512 mila di spettatori, incassando oltre 89 milioni di dollari nell’arco di 33 concerti. Meno del “Voodoo Lounge tour” del 1994 (best seller assoluto nellla storia dei concerti americani) e dello “Steel Wheels tour”, ma comunque un risultato di tutto rispetto, anche se non sono stati Jagger e compagni ma gli U2 a vendere il maggior numero di biglietti nel corso della stagione (oltre 1 milione e 672 mila).<br> Come più volte sottolineato dai giornali, tuttavia, il “Pop Mart tour” ha avuto esiti contraddittori, tanto che in non poche occasioni il quartetto irlandese (protagonista di 46 concerti in America) si è trovato a suonare davanti a stadi semivuoti: problema comune a tanti colleghi, in verità, perché nel corso dell’anno i “sold out” sono stati assai meno di quanto i promoter avessero sperato (il giro d’affari complessivo del settore “live” ha comunque ha registrato un incremento del 24 per cento sull’anno precedente, così come il numero totale dei biglietti venduti).<br> Agli Stones spetta anche il primato dei concerti americani più affollati dell’anno, record ottenuto nel corso delle quattro serate alllo stadio di Oakland, in California, a cui hanno assistito complessivamente oltre 186 mila spettatori. <br> Eccellente anche il riscontro ottenuto dai Fleetwood Mac, al terzo posto per gli incassi del ‘97, davanti ai Metallica, ad un agguerrito “pacchetto” country formato dall’accoppiata Brooks & Dunn/Reba McIntire e da Garth Brooks e a vecchie glorie come Tina Turner, Prince, Jimmy Buffett e Aerosmith.<br> Tra le nuove leve, ottimi risultati per gli imprevedibili Phish, protagonisti di concerti chilometrici movimentati da una folla itinierante di fedelissimi (il loro tour di 45 dati è undicesimo per incassi), per i Bush (britannici travestiti da grunge rockers americani, quindicesimi) e per i No Doubt della effervescente Gwen Stefani, che hanno concluso la stagione della definitiva consacrazione con un lusinghiero venticinquesimo posto tra i maggiori artisti “live” dell’anno.