Fresco di debutto in 35 Paesi dell'America latina, il servizio di streaming francese Deezer ha iniziato a produrre utili nel suo Paese di origine, la Francia, dopo quattro anni di attività. "Abbiamo cominciato nel 2011", ha spiegato in un'intervista a Billboard.biz il direttore finanziario/chief operating officer Simon Baldeyrou. "L'anno scorso il nostro fatturato è stato di 50 milioni di euro, a fronte dei 14 milioni del 2010 e dei 6 milioni del 2009. L'80 % dei ricavi proviene dagli abbonamenti, il nostro motore di crescita, e il 20 % dalla pubblicità". Questi gli altri dati aggiornati forniti dal manager Deezer: la piattaforma conta attualmente 18 milioni di utenti, di cui 1,5 milioni abbonati alle offerte a pagamento; la categoria più rappresentata è quella dei 15-24 enni e dei maschi di età superiore ai 35 anni, la media di ascolto mensile supera le 60 ore e l'accesso avviene per metà da dispositivi mobili (connessi o offline, 50 % ciascuno). Nel corso del Q&A, Baldeyrou è tornato sui motivi della decisione di non aprire negli Stati Uniti: "Gli Usa", ha ribadito il cfo/coo della società francese, "è il mercato più grande del mondo ma anche il più competitivo. E' il principale mercato di iTunes, e il prezzo di ingresso è molto alto. Ci auguriamo che Spotify riesca a convertire i consumatori americani allo streaming". Proprio la piattaforma svedese, riconosce Baldeyrou, è "un nostro concorrente diretto, ma il mercato è così ampio che la consideriamo soprattutto un partner nell'opera di evangelizzazione nei riguardi dello streaming. Crediamo tuttavia che il nostro approccio, basato sul Web, sia molto più flessibile e appartenga al futuro di Internet, consentendo ad esempio agli utenti di accedere ai loro account da qualunque device". "Nessuna etichetta ci ha lasciati, da quando siamo entrati in funzione nel 2007", aggiunge Baldeyrou (con implicito riferimento alle traversie del concorrente). "Lo scorso anno, in Francia, abbiamo distribuito 30 milioni di euro sotto forma di diritti". Un'altra differenza con Spotify, sostiene, consiste nel diverso approccio al mercato internazionale. "Ci siamo concentrati prima di tutto sull'obiettivo di dimostrare che in Francia il nostro modello economico funzionava. Dopo avere costruito lì la nostra fortezza, abbiamo cominciato a pensare all'espansione internazionale. Abbiamo iniziato nel Regno Unito nel settembre del 2011, incorporando le fondamenta della nostra strategia: adattare il linguaggio, la moneta, i contenuti editoriali e il catalogo, costruendo partnership con gli ISP locali (Orange in UK e Francia, dove la telecom possiede anche una quota azionaria dell'11 %).. Lo stesso modello è replicabile in altri Paesi". Di qui gli accordi con Deutsche Telekom in Austria, con Belgacom in Belgio e così via. "I contratti con gli internet provider", spiega Baldeyrou a Billboard, "hanno un grosso impatto principalmente nel momento del lancio, e aiutano Deezer ad acquisire velocemente visibilità. I servizi di streaming on demand richiedono ancora un imponente marketing di massa per essere capiti dai consumatori, e la visibilità nei negozi fisici dei provider è un elemento cruciale".