Promossi i produttori cinematografici e di videogames, bocciati i discografici. <br> Com’era nelle aspettative, e a dispetto dei “distinguo” e delle chiarificazioni dell’ultima ora formulate dall’associazione di categoria RIAA (vedi news), la Federal Trade Commission (la massima autorità americana in materia di commercio) ha espresso un giudizio quasi del tutto negativo sull’operato delle case discografiche, invitate dai funzionari governativi a prestare più attenzione alla tutela dei minori nei confronti dei messaggi violenti, osceni o contrari alla morale veicolati da certi dischi di musica rock e rap. <br> Non è sufficiente, secondo l’ente federale americano, l’uso ormai generalizzato delle famigerate etichette applicate sui dischi per informare i genitori sulla presenza di contenuti “espliciti” e potenzialmente dannosi nei testi delle canzoni: l’industria musicale, sottolinea la FTC in un rapporto pubblicato nella giornata di mercoledì, 5 dicembre, non ha fatto nulla per evitare che la pubblicità di dischi che promuovono messaggi osceni o violenti non finisca, tramite i giornali, la TV o i poster nei negozi, sotto gli occhi di bambini indifesi e incapaci di esercitare un giudizio critico autonomo. Una ricerca di mercato commissionata dall’organo di governo ha rivelato che il 90 per cento del campione di minorenni intervistati non ha incontrato alcuna difficoltà nell’acquistare dischi contrassegnati dallo sticker che identifica i prodotti “per adulti”. Tanto che un funzionario della FTC, Orson Swindle, ha liquidato come “prossimi allo zero” i tentativi dei discografici di gestire con più attenzione le loro pratiche di marketing. <br> I progressi compiuti dall’industria cinematografica e dei videogiochi hanno fatto fare marcia indietro al senatore Joseph Lieberman, paladino della lotta a Hollywood e all’industria dell’intrattenimento sul fronte della tutela dei minori. Il politico americano ha rinunciato, almeno per il momento, al proposito di autorizzare per legge interventi preventivi di censura, ma ha invitato a non abbassare la guardia, proponendo controlli annuali sul comportamento dei produttori di film, dischi e videogiochi.