Il paese scandinavo mantiene saldamente il terzo posto tra i maggiori esportatori mondiali di prodotti musicali (in termini di valore pro capite) alle spalle degli inavvicinabili Stati Uniti e Gran Bretagna. E la sua industria discografica, anche in un anno caratterizzato da una relativa penuria di hit internazionali, continua a sviluppare all’estero un giro d’affari quasi tre volte superiore a quello realizzato entro i confini nazionali. Lo conferma uno studio pubblicato in questi giorni dall’ufficio export dell’associazione locale di categoria, che calcola in un 5 % circa l’incremento di valore registrato dalle esportazioni di musica svedese nel 2000, rispetto all’anno precedente. <br> Le stime elaborate dall’Export Music Sweden tengono conto sia delle merci in uscita verso paesi terzi (CD di artisti locali, CD di artisti internazionali ma stampati in Svezia, macchinari di produzione acquistati da fabbriche straniere) che dell’esportazione di beni “immateriali” come licenze, royalty editoriali e introiti derivanti dai concerti tenuti all’estero da musicisti svedesi: e sono stati proprio questi ultimi, sottolineano i responsabili dell’ufficio export, a raddrizzare il bilancio di una stagione piuttosto avara di successi discografici internazionali, con l'eccezione dei dischi di Eagle-Eye Cherry e, in minor misura, degli A*Teens. La “hit factory” svedese, tuttavia, non è venuta meno alla sua fama recente riscuotendo riconoscimenti planetari (e denaro in abbondanza) grazie al lavoro di autori e produttori legati a team di successo come il Murlyn Music Group o il Cheiron Studio di Max Martin (guru riconosciuto del teen pop e mentore di stelle come Britney Spears e Backstreet Boys). Proprio il sostanzioso incremento registrato nelle royalty e nei diritti maturati all’estero (balzati a 0,65 miliardi di corone svedesi, 133 miliardi di lire circa, il 61 % in più che nel 1999) ha spinto il giro d’affari complessivo dell'export musicale a quattro miliardi e mezzo di corone (oltre 920 miliardi di lire): quasi tre volte, appunto, il fatturato sviluppato sul mercato interno, che per l’anno che sta per chiudersi è stimato intorno al miliardo e settecento milioni di corone (348 miliardi e mezzo di lire).