"Le major pensavano che Megabox fosse morto. Gioite, artisti. Sta per arrivare e vi libererà dalle catene". Con questo messaggio e una foto della home page del sito postati ai "seguaci" del suo nuovo account Twitter, Kim Dotcom di MegaUpload annuncia il suo ritorno imminente sul campo di battaglia con un digital locker e negozio di download di cui aveva già dato annuncio lo scorso dicembre (un mese prima del raid della polizia neozelandese conclusosi con il suo arresto e quello dei suoi più stretti collaboratori). "Sarà un sito che permetterà presto agli artisti di vendere le loro creazioni direttamente ai consumatori trattenendo il 90 % dei ricavi", scrisse allora su TorrentFreak il vulcanico Kim, promettendo un servizio che avrebbe sottratto potere alle multinazionali della musica per riconsegnarlo alla comunità artistica e a chi fa musica. "Potrete attendervi diversi annunci relativi a Megabox nel 2012", aggiunse allora "Dotcom", anticipando "contratti esclusivi con artisti che non vedono l'ora di abbandonare modelli di business obsoleti". Proprio lo spettro dell'entrata in funzione di questo servizio, secondo alcuni osservatori, avrebbe indotto l'associazione dei discografici americani RIAA e società come Universal Music, di concerto con l'FBI, a premere sul pedale dell'acceleratore per cercare di mettere fuori uso il "cyberlocker" MegaUpload, che in un videomessaggio pubblicitario assai discusso apparso su YouTube sfoggiava come testimonial superstar del rango di will.i.am, Alicia Keys e Kanye West. Recentemente "Dotcom" (vero nome Kim Schmitz) è tornato in possesso di una fetta consistente del patrimonio che gli era stato confiscato durante il blitz di gennaio. I capitali di cui ha ripreso possesso gli torneranno utili per organizzare la difesa contro le autorità giudiziarie statunitensi che ne invocano l'estradizione: un'udienza a riguardo è programmata per settembre.