YouTube potrebbe chiudere il 2012 con un fatturato di 3,6 miliardi di dollari, 2,4 miliardi al netto delle spese. Un risultanto sicuramente confortante per Google, il colosso del Web che acquistò la società nel 2006 per 1,65 miliardi di dollari: tanto che Mark Mahaney, l'analista di Citigroup cui si deve la stima, invita il mondo finanziario a guardare con attenzione all'evoluzione del modello di business della piattaforma e all'incremento dei suoi introiti pubblicitari, man mano che YouTube si evolve gradualmente da puro ricettacolo di video user-generated a una sorta di Web tv articolata in molteplici canali e distribuita su molteplici piattaforme e dispositivi mobili. La cifra da lui stimata, spiega Mahaney nel suo report, "è probabilmente maggiore del 50 % rispetto al totale raccolto da Yahoo! con il suo Display Advertising e perfettamente in linea con i ricavi che Netflix ottiene grazie agli abbonamenti". "Numeri importanti", scrive Stuard Dredge sul sito Music Ally che riporta la notizia chiedendosi se quelle cifre possano riaccendere un vecchio dibattito in seno all'industria musicale circa i pagamenti che YouTube effettua a vantaggio di artisti, autori e altri detentori dei diritti (è questione recente e non ancora risolta la querelle che oppone l'impresa americana alla società tedesca degli autori GEMA). Lo stesso Dredge allarga poi il discorso, osservando che l'evoluzione di YouTube può essere di buon auspicio anche per altri servizi di streaming: a cominciare da Spotify, che prevede di chiudere l'anno in corso con un giro d'affari di 900 milioni di dollari.