E’ scattata, dopo due anni scanditi da ripetuti avvertimenti e tensioni crescenti tra i due paesi, la ritorsione economica del governo statunitense nei confronti dell’Ucraina, colpevole di non avere preso misure di emergenza per bloccare la produzione di CD, DVD e CD ROM “pirata” sul suo territorio e la loro esportazione sul mercato nordamericano (vedi news). Le autorità commerciali degli USA hanno deciso di applicare, a partire dal 23 gennaio prossimo, una sanzione del valore complessivo di 75 milioni di dollari, circa 165 miliardi di lire, su metalli, calzature ed altri beni importati dal paese dell’Est europeo: l’ammontare della "supertassa", secondo quanto ha comunicato il governo USA, è equivalente alle perdite che la pirateria provoca ogni anno all’industria statunitense. <br> “Gli Stati Uniti si stanno muovendo con forza per proteggere i loro diritti”, ha dichiarato con un comunicato stampa il rappresentante per il Commercio Estero USA Robert Zoellick. “Ora – ha aggiunto – speriamo che l’Ucraina raddoppi i suoi sforzi per tutelare i diritti di proprietà intellettuale ed approvare la legislazione necessaria alla rimozione delle sanzioni” (le norme cui Zoellick fa riferimento, attualmente al vaglio del parlamento, impongono l’obbligo di una licenza di produzione a tutte le fabbriche locali di CD). Il funzionario USA ha aggiunto che il governo Bush non allenterà la tensione, opponendosi all’ingresso dell’Ucraina nell’organizzazione mondiale per il commercio, WTO, fino a quando il problema della pirateria musicale, videografica ed informatica non verrà affrontato con mezzi e risultati più efficaci.